Krzysztof Piatek è tornato. Un rigore conquistato, un gol dal dischetto e tanti movimenti utilissimi al gioco di squadra: l’attaccante polacco contro il Bologna sembra essere quello di una volta. E ne beneficia tutto il Milan, per oltre 60 minuti in costante comando su un campo difficile e contro un avversario ostico. Il 3-2 finale rispecchia solo in parte l’andamento della partita, con gli uomini di Pioli bravissimi nel muovere la palla e soprattutto nello smarcarsi tra le linee.
C’è una organizzazione e si vede: zero improvvisazione, con i giocatori più anarchici (Suso su tutti) impegnati in uno spartito chiaro e ben definito. Il grande merito è di Pioli, bravo anche nel recuperare a lanciare definitivamente dal primo minuto calciatori come Bennacer e Conti, divenuti ormai delle certezze.
Impossibile poi non spendere qualche parola per Bonaventura e Theo Hernandez, i veri valori aggiunti della squadra: qualità, velocità nelle gambe e soprattutto velocità di pensiero. Sono loro i due ‘campioncini’ in una rosa priva di elementi di rango internazionale.
Le vittorie in terra emiliana hanno rilanciato il Milan, tornato finalmente nella parte sinistra della classifica. Un primo passo ma l’Europa resta lontanissima: solo un filotto di 5-6 vittorie consecutive potrebbe riportare i rossoneri a contatto con il sesto posto, ora distante 8 punti. Una scalata dura ma non impossibile: il campionato è ancora molto lungo.