Era il 22 dicembre, il Milan perdeva 5-0 a Bergamo. Una sconfitta umiliante che ha dato il via ad una vera e propria rivoluzione: prima l’affondo decisivo su Ibrahimovic, poi la volontà di far fuori (a qualsiasi costo) alcuni calciatori ritenuti non da Milan. Così si spiega la cessione (a prezzi più che bassi) di Caldara e l’addio ormai scontanto di Rodriguez e Suso (lo vuole la Roma, pronta a scambiarlo con Cengiz Under).
Ma non è finita qui: anche Piatek e Paqueta’ sono stati inseriti nella lista dei cedibili ma i due non verranno ‘svenduti’. Il club rossonero infatti, è intenzionato a sedersi al tavolo delle trattative solo davanti a offerte di almeno 30 milioni di euro.
Il mercato è in continua evoluzioni e non sono da escludere possibili sorprese: l’unica certezza è che Boban ha preso in mano la gestione sportiva del club e sta dettando la linea per costruire il suo Milan. A gennaio pulizia totale, in estate tre-quattro acquisti di peso per il rilancio definitivo: questo è il piano del dirigente croato. In mezzo l’arrivo di qualche calciatore in prestito semestrale come Kjaer e Begovic, due alternative a basso costo. Il danese si è disimpegnato più che bene nella gara di Coppa Italia vinta ai danni della Spal, e non è da escludere nelle prossime uscite un ballottaggio con Musacchio.
Dovrà decidere Stefano Pioli, impegnato a costruire un nuovo Milan intorno a Ibrahimovic, gia decisivo nonostante la scarsa condizione fisica. A trarne beneficio saranno sicuramente Leao e Kessie, pronti a diventare insostituibili nel 4-4-2, mentre Rebic, il vero mistero di questa stagione, si candida ad essere la prima grande alternativa in attacco. Il croato è apparso in buona forma contro la Spal, al pari di Piatek, autore di un gol e voglioso di tornare protagonista. La sua compatibilità con il fuoriclasse svedese però, è fortemente in dubbio.
Senza Suso, ormai ai margini della rosa e nel mirino dei tifosi, il tecnico rossonero si aspetta di avere presto a dispozione un nuovo esterno d’attacco: il buon Castillejo, seppur tra i migliori per impegno e dedizione alla causa, non può restare l’unico specialista del ruolo.