Siamo ancora a settembre ma la panchina di Marco Giampaolo già scotta. La sconfitta nel derby (la seconda in quattro partite) e la grande confusione tattica e mentale mostrata dalla squadra, hanno finito per mettere sotto accusa il tecnico del Milan, al centro delle tante critiche dei tifosi.
Inutile dire che le gare ravvicinate contro Torino e Fiorentina, saranno decisive per il futuro dell’allenatore abruzzese che è ad un bivio: meglio insistere sulla strada attuale (Biglia in regia, Suso sulla trequarti) oppure rivoluzionare lo spartito puntando sui rinforzi arrivati in estate? A giudicare dalle prestazioni offerte in campo dalla squadra, la risposta appare scontata. Anche perché peggio di quanto visto fino ad ora non si può fare.
In virtù di ciò, invitiamo ancora una volta Giampaolo a schierare dal primo minuto e con continuità alcuni dei nuovi arrivati, primi fra tutti Bennacer, Rebic e Theo Hernandez oltre a Rafael Leao. Un consiglio che non deriva dal solito banale ritornello secondo il quale gli acquisti dell’estate devono trovare spazio a prescindere, ma più semplicemente perché in campo hanno dimostrato di avere personalità, freschezza atletica e velocità nel far circolare il pallone. In sintesi di essere congeniali all’idea di calcio che si vuole praticare.
L’opposto di quanto fatto vedere fino ad ora da alcuni elementi come Suso, Biglia, Rodriguez e Calhanoglu. Sempre lenti e poco funzionali al gioco collettivo, faticano a recepire alcuni dei dettami del nuovo tecnico, che vuole assolutamente una squadra corta, brava nel pressing e con gli effettivi in costante movimento per offrire più soluzioni a chi è in possesso della palla.
Le scelte da fare, come evidenziate fino ad ora, sono piuttosto chiare. Certo, per lasciare fuori certi senatori c’è bisogno di coraggio. Coraggio che Giampaolo deve avere, in primis per salvaguardare la sua panchina.