È passato poco più di un mese dall’amaro Milan-Genoa dello scorso 8 marzo, ultima gara rossonera prima dello stop dovuto dall’emergenza sanitaria Covid-19. Da quel giorno niente campo e tante chiacchiere, anche troppe, molte delle quali frutto di molta fantasia. L’unica certezza è che alla ripresa (non prima della fine di maggio) inizierà una nuova era in casa meneghina: al comando ci sarà solo Ivan Gazidis, apparso nello scorso weekend con un lungo discorso sui social ufficiali del club (pronunciato finalmente in italiano) nel quale ha mostrato tutta la sua vicinanza agli italiani, alle prese con un momento complicato.
Una nuova era dicevamo, poiché con l’uscita di scena di Boban (il croato poteva certamente salutare in maniera differente) l’attuale amministratore delegato detterà la linea anche nell’ambito puramente tecnico, nella speranza che gli esiti siano migliori rispetto a quanto fatto vedere fino ad ora nel campo del marketing, settore nel quale non si è evidenziata alcuna crescita degna di nota. Al suo fianco ci saranno il tedesco Hendrik Almstad, da pochi mesi nel quadro dirigenziale con il compito di controllare i costi e l’efficienza dell’area tecnico-sportiva, ed il francese Geoffrey Moncada nel ruolo di capo scout. Difficile la conferma di Frederic Massara, mentre si sta discutendo in queste ore la posizione di Paolo Maldini. Dato dai più al passo d’addio, l’ex capitano potrebbe invece restare in una posizione più defilata rispetto alle ultime stagioni.
Nel nuovo Milan non ci sarà sicuramente spazio per Stefano Pioli, il quale saluterà al termine del campionato come già anticipato da noi diverse settimane fa. Fortemente voluto da Boban, il tecnico emiliano saluterà nonostante qualche miglioramento evidenziatosi dopo l’arrivo di Zlatan Ibrahimovic lo scorso gennaio. In pole per la successione c’è il teutonico Ralf Rangnick, manager ben visto da Gazidis per la capacità di avviare progetti lunghi con giovani calciatori dalle buone speranze. Guai però a dare tutto per fatto: i contatti ci sono da tempo ma l’operazione non è chiusa. Occhio anche a Luciano Spalletti, una idea accarezzata già dopo l‘esonero di Giampaolo. Il toscano è sponsorizzato da Maldini, il quale potrebbe decidere cosa fare del suo futuro anche in base alla scelta del nuovo allenatore.