Lo scorso 9 ottobre, con l’esonero di Giampaolo e il conseguente arrivo di Pioli, Zvonimir Boban prendeva ufficialmente il comando sportivo del Milan. In questi mesi il dirigente croato ha avuto la forza ed il coraggio di imporre le proprie idee con l’obiettivo di allontanare il club rossonero da una pericolosa deriva di mediocrità.
Un obiettivo che l’ex vicesegretario della Fifa ha perseguito anche in questo mercato di gennaio: così si spiegano gli addii di Suso, Piatek e Caldara, ritenuti non idonei per un Milan che vuole tornare ad alti livelli. A questi si aggiungono anche le partenze di Reina, Ricardo Rodriguez, e Borini, fatti fuori principalmente per motivi economici.
Da una parte l’esigenza di sistemare i conti e alleggerire il bilancio, dall’altra la voglia di cominciare a fare un po’ di pulizia per porre le basi in vista del mercato di giugno. Gli arrivi di Begovic e Kjaer (presi per soli sei mesi) vanno in questa direzione anche perché in estate con molta probabilità arriverà un nuovo allenatore e non è da escludere l’ennesimo cambio di proprietà.
Inutile quindi fare investimenti importanti in questa fase, i quali in estate potrebbero già risultare fuori dal progetto: nelle prossime 32 ore prima del gong finale si cercherà di rimpolpare la rosa con due uomini utili principalmente per fare numero. Il primo sulla lista è il 22enne uruguaiano (ma con passaporto comunitario) Matias Vina del Nacional, pronto a sbarcare in prestito con diritto di riscatto a circa 8 milioni per fare il vice Theo Hernandez. Poi tutti gli sforzi saranno focalizzati su un esterno destro che possa far rifiatare Castillejo: il nome è top secret ma con molta probabilità sarà un calciatore giovane dal basso costo.