180 minuti di grande equilibrio dove i dettagli hanno fatto la differenza. L’avessimo immaginato subito dopo il sorteggio ne saremmo stati quasi contenti. Invece subito dopo il fischio finale di Brych a San Siro la rabbia è tanta. Una rabbia mista ai rimpianti per quello che sarebbe potuto essere e invece non è stato per colpa di errori marchiani che hanno condannato il Milan in Europa League, fuori agli ottavi in favore di un forte Manchester United.
La clamorosa ingenuità di questa sera di Meite, che a due metri dalla porta pensa di passare la palla al compagno piuttosto che spazzare via, unito al malinteso Tomori-Donnarumma di sette giorni fa, costa tantissimo ai rossoneri, i quali pero lasciano il campo con la coscienza pulita. Si perché il Milan nella doppia sfida ha dato veramente tutto nonostante le tantissime assenze (oggi l’unica punta disponibile era Ibrahimovic), abbandonando la competizione con i grandi favoriti.
Il rammarico che si respira a San Siro al 95′ è buon segno: la mentalità è quella giusta ma anche il campo ha dato ottimi segnali. Buon palleggio, coraggio e organizzazione: a mancare è stata solo la zampata di un attaccante che Pioli non ha avuto.
Adesso però è già tempo di voltare pagina: domenica il Milan si sposterà alla volta di Firenze per riprendere la lotta Champions, con la consapevolezza di avere i mezzi giusti per centrare l’obiettivo.