Era il 31 gennaio 2016 quando il Milan di Sinisa Mihajlovic vinceva l’ultimo derby di Serie A in una domenica sera magica grazie ad Alex, Bacca e Niang. Da lì in poi solo tante sconfitte e delusioni, fino ad arrivare ad oggi, il sabato del grande riscatto. In un San Siro praticamente vuoto per colpa del Covid, i rossoneri hanno rotto un incantesimo che durava da oltre quattro anni e mezzo, regalando ai tifosi una gioia enorme.
La tensione era alle stelle, ma a mettere la strada in discesa per gli uomini di Pioli ci ha pensato il solito Zlatan Ibrahimovic, semplicemente mostruoso. Il fuoriclasse svedese, autore di una doppietta, si è caricato la squadra sulle spalle per tutti i 90 minuti, risultando il terminale perfetto della squadra, abilissima a sfruttare le praterie lasciate dall’Inter nel primo tempo. Con tre passaggi infatti, il Milan è arrivato in porta per ben due volte, guadagnandosi prima il rigore e poi raddoppiando anche grazie ad una giocata sontuosa di Rafael Leao.
Partita chiusa? Null’affatto. Poco dopo Lukaku ha rimesso in corsa i nerazzurri, ma Romagnoli e compagni non si sono fatti prendere dall’ansia, gestendo una ripresa difficile senza grandi patemi. Hakimi spingeva forte sulla fascia, Lautaro e Lukaku duettavano creando scompiglio centralmente. Eppure Kjaer, inizialmente in difficoltà, affiancato da un ottimo Romagnoli, hanno retto molto bene l’urto, aiutati alla grande da Bennacer e Kessie, bravissimi nel filtrare e nel tenere botta fisicamente.
Ha vinto la squadra più lucida, quella più equilibrata, dove Saelemaekers e Calhanoglu, decisivi offensivamente nella prima frazione, hanno poi accettato di combattere per il gruppo serrando le file. Come loro hanno fatto bene anche Castillejo e Krunic, quest’ultimo subentrato al posto di Leao, le qualità del quale stanno sempre più emergendo. Al fischio finale la grande festa: era dal 2012 infatti, che il Milan non era da solo in testa al campionato di Serie A in solitudine.