La degna conclusione di un anno fantastico. Il giorno dopo Milan-Lazio è ancora un vortice di emozioni, ripensare al minuto 92 e al gol di Theo Hernandez fa godere e non poco. Sia per il primato conservato, sia pensando ai cugini nerazzurri, i quali stavano già festeggiando per il sorpasso in classifica.
E invece in vetta alla classifica di Serie A durante la sosta ci saranno ancora i rossoneri, i cui numeri parlano chiaro. 79 punti conquistati nel 2020, unico club ancora imbattuto nelle 5 principali leghe europee e uno spirito di squadra da fare invidia a chiunque.
Le tante rimonte e il gol last minute di mercoledì contro la Lazio tra mille difficoltà ne sono la rappresentanzione plastica. Tutti hanno fiducia nel compagno, e il merito di ciò è soprattutto del lavoro del tecnico Pioli, bravo nel creare uno spartito ormai consolidato, ma anche nel saldare il gruppo grazie al prezioso contributo della società (finalmente unita) e di Zlatan Ibrahimovic.
E in un periodo nel quale tutti gli allenatori si lamentano delle assenze, Pioli non ha mai trovato alibi facendo il massimo con gli uomini a dispozione. Compiendo sì qualche errore, ma dando una identità cosi forte alla squadra tale da sopperire al meglio alle mancanze di senatori e titolari.
Pensare qualche mese fa di battere una big come la Lazio senza Kjaer, Ibrahimovic, Bennacer e Kessie sembrava un sogno. L’uomo copertina in queste ore non può che essere un impetuoso Theo Hernandez, eppure le tante imprese di questi ultimi mesi portano la firma di diverse seconde linee come Kalulu, a tratti impressionante, Tonali, in grande crescita, e Hauge, ambientatosi velocemente e già decisivo.
Il potenziale è tanto, i margini di crescita pure. I tifosi possono sfregarsi le mani. In attesa di un mercato di gennaio che porterà qualche rinforzo(un centrale di difesa l’obiettivo principale) ma dove la priorità sarà quella di non rovinare il clima di uno spogliatoio dove tutti adesso si sentono più forti e consapevoli dei propri mezzi.
Infine permettetemi un elogio particolare ad Hakan Calhanoglu e Gianluigi Donnarumma: se il Milan è cosi in alto lo deve tanto anche a loro.