Quattro pali e due gol non sono bastati al Milan per superare a San Siro un Parma fortunato e ben organizzato, capace di battere Donnarumma nelle sue uniche due conclusioni del match. Sembrava una serata stregata per i rossoneri, eppure al minuto 91 Theo Hernandez con un bel diagonale sinistro è riuscito a regalare ai meneghini un punto quasi insperato.
Un punto che ne vale però tre, se consideriamo la grande rimonta effettuata dopo i due gol di svantaggio e le tante assenze (Kjaer ed Ibrahimovic), ai quali si è aggiunto anche Gabbia nei primi minuti di gioco. Al suo posto si è ben distinto Kalulu, alla prima da titolare nella massima competizione e subito a suo agio.
Nonostante la stanchezza e la conseguente poca velocità nella circolazione della palla, i rossoneri sono comunque riusciti a mantenere l’imbattibilita’, messa a repentaglio anche dalle scelte di Pioli, apparse sbagliate.
Brahim Diaz, schierato nuovamente dal primo minuto dietro Rebic, ha fallito come a Genova sette giorni fa prendendosi una importante insufficienza, al pari di Hauge e Leao, entrambi entrati dopo l’intervallo. Per quest’ultimo ha influito specialmente la decisione di schierarlo a destra al posto di Castillejo, sostituito nonostante una buona prima frazione.
Alle prestazioni poche positive di alcuni (da aggiungere alla lista Bennacer, uscito poi per uno stiramento) fa da contraltare quanto visto da Theo Hernandez e Calhanoglu, decisamente i più in palla.
In una serata in parte storta per gli episodi e per l’approccio al match del Milan, colpisce però la grande mentalità offerta dagli uomini di Pioli, mai arrendevoli come solo le grandi squadre (non a caso restano primi in classifica) sanno fare. L’ennesimo, grande segnale.