Il Milan Ibra-centrico funziona. Le tre vittorie in otto giorni, l’ultima ottenuta in rimonta con l’Udinese, hanno evidenziato in primis una squadra battagliera ed abile a non affondare davanti alle prime difficoltà. Insomma una squadra con un’anima. È la base direte voi, ma nel calcio ormai non ci si può più meravigliare di nulla.
I rossoneri si sono rimessi in riga, e non può essere un caso se tutto ciò è accaduto dopo il ritorno dello svedese. Certo, adesso serve continuità, ma alcuni appaiono più liberi mentalmente e la nuova configurazione tattica sembra aver dato i frutti sperati. Il 4-4-2 ha fornito nuove certezze soprattutto in fase offensiva (8 gol in tre gare, quasi la metà delle reti realizzate in tutto il resto della stagione) e sembra aver risvegliato anche uomini come Leao e Rebic, improvvisamente importanti.
In realtà è tutto molto semplice: con i calciatori giusti nelle posizioni giuste il rendimento si alza. Inutile stravolgere le necessità di un gruppo per soddisfare le esigenze di pochi individui, quelle di Suso in primo luogo. Lo spagnolo, mai in grande forma da agosto ad oggi, è finito ai margini e sta chiedendo fortemente la cessione. Il club è disponibile a lasciarlo andare ma Natale è passato da un pezzo: servono almeno 20 milioni e qualcosa in Liga sembra muoversi. Non sarà una operazione semplice anche perchè Suso è attualmente senza procuratore.
Cedere ed incassare è fondamentale per il Milan in questo mercato: senza soldi freschi sarà difficile fare acquisti di un certo rilievo. Al club meneghino ne servirebbero tre per poter conquistare l’Europa League (la Champions è pressochè impossibile salvo miracoli) senza grandi sofferenze: precisamente un terzino destro (Conti è un pericolo a livello difensivo), un mediano da affiancare a Bennacer (Krunic e Kessie sono adattati e infatti non stanno brillando in quella posizione) e un esterno capace di dare profondità. L’unico in rosa con queste caratteristiche è Castillejo al quale bisogna trovare assolutamente una alternativa. E poi c’è Dani Olmo: i dialoghi sull’asse Milano-Zagabria sono fitti ma la concorrenza è tanta.