“Ce l’avete con i giocatori che c’erano prima? Volete solo i nuovi? Vi piace la novità? Ma qui non c’è nuovi o vecchi, non c’è ne tizio ne caio… c’è solo il Milan”.
È questo uno dei passaggi più significativi della conferenza odierna di Marco Giampaolo che ha parlato alla vigilia della trasferta del Milan a Verona. Il tecnico rossonero ci ha tenuto fortemente a ribadire il concetto di gruppo, un elemento per lui imprescindibile. Un concetto che si evince anche quando viene stuzzicato su Castillejo, dai più ritenuto non da Milan: “”Su Castillejo mi offendo, è un grande lavoratore e mi piace. Al Milan non ci sono giocatori scarsi, ci sono giocatori più forti di altri, ma la squadra è molto giovane, alcuni possono diventare più forti di altri nel giro di qualche mese. Devo costruire una squadra, devo mettere insieme undici giocatori che facciano bene le cose. Devo essere credibile nei confronti di tutti. Il mio riferimento è la squadra. Ho allenato giocatori che all’inizio non giocavano mai e poi sono diventati inamovibili. A far la differenza è stata la maturità, la dedizione, le mie scelte sono orientate alla crescita della squadra. Porterò avanti questo tipo di discorso valutando i giocatori in settimana. Non guardo alla carta di identità, all’ingaggio, a quanto è costato, altrimenti perderei di credibilità. Vanno inseriti meglio tutti, ma sono partecipi, devo pensare a rendere la squadra sempre più squadra. Voglio renderla sempre più riconoscibile e forte nelle due fasi, non in una soltanto”.
Insomma per Giampaolo conta il gruppo ma spesso a far la differenza sono proprio i singoli: dalla loro prestazione passa gran parte del risultato. In questa ottica è fondamentale trovare una collocazione perfetta in campo a Piatek e Paqueta’: “Il polacco in settimana mi è piaciuto molto: il gol arriverà, non deve essere una ossessione. Sarà una conseguenza del bel gioco. Paqueta’ ha caratteristiche da centrocampista, per giocare da trequartista deve imparare a muoversi da mezza punta”
“Dopo 70 giorni so come giocare, l’unica cosa che ho fatto è spostare Suso ed accentrare Castillejo -ha proseguito il tecnico parlando del modulo -. Ho portato Suso vicino alla sua mattonella, ma Suso può giocare sulla trequarti, sono convinto che lo può fare. Non abbiamo cambiato assolutamente niente, lavoriamo sulle stesse cose”.
A chi gli chiede a che punto è il suo lavoro Giampaolo risponde così: “Io lavoro su un’idea, su un comportamento. La differenza la fanno i giocatori con le loro qualità, cerco di dare una mentalità. Mi piace che la squadra giochi a calcio, abbia il predominio del gioco. I dettagli possono spostare gli equilibri, lavorare sui dettagli farà la differenza unita alla qualità dei giocatori”.