Niente spifferi alla stampa e schiena dritta nelle trattative con agenti e club. È questa la strategia adottata da Paolo Maldini, dt del Milan, in questa finestra di mercato: una linea chiara e precisa che ha trovato d’accordo anche i vertici del fondo Elliott. Da alcune settimane, a tutti i procuratori passati da Casa Milan, è stata chiesta massima riservatezza sui nomi sondati: da qui la grande confusione dei media che faticano a trovare notizie sul mercato dei rossoneri.
Non è un caso infatti, che tanti nomi accostati al Milan sono finiti altrove: non per il rifiuto dei calciatori bensì perché molti non sono mai stati veramente trattati. Fino ad ora Maldini e Boban hanno effettuato quasi esclusivamente sondaggi esplorativi: gli unici affari conclusi (Krunic, Theo Hernandez e Bennacer) sono stati resi pubblici a cose già fatte. Un buon segnale per i tifosi rossoneri che possono stare tranquilli: a Casa Milan si sta lavorando sodo sotto traccia.
L’affare Veretout, finito alla Roma dopo una estenuante trattativa, e il balletto dei procuratori di Bennacer per alzare lo stipendio del loro assistito (alla fine hanno dovuto accettare la prima e unica offerta di ingaggio fatta dal Milan a 1,5 mln a stagione) dimostrano anche l’assoluta fermezza di Maldini con agenti e club. Niente aste e calciatori acquistati esclusivamente al un valore ritenuto consono dal Milan. Il club meneghino non vuole farsi prendere per il collo da nessuno: arrivare a spendere più di 20 milioni per Veretout o quasi 30 per Sensi (poi finito all’Inter) è un’autentica follia anche in un mercato pazzo come quello attuale. “Prego, andate pure altrove” la risposta del Milan ai due sopra citati e a Kabak. Una risposta ineccepibile a quelle cifre.